Nella nostra società moderna, dove i più piccoli rientrano nelle categorie maggiormente difese e
tutelate grazie all’evolversi delle leggi degli ultimi anni, il figlicidio rientra fra quei delitti che
produce nell’opinione pubblica un forte allarme sociale, sia perché queste azioni si verificano
all’interno di un contesto per antonomasia definito “protetto” come quello familiare, sia per
l’atroce efferatezza con cui spesso si manifesta l’omicidio.
Uccidere il proprio figlio è un tema che ritroviamo in molte religioni, dallo studio della storia e
dell’antropologia sono emerse ulteriori conferme: nell’Impero Romano il “pater familias” aveva
diritto di vita e di morte anche sui propri figli e non solo sugli schiavi. Anche a livello legislativo,
nell’antica Roma, i bambini appena nati erano sottoposti all’indiscutibile volontà del padre, la
madre non esercitava alcun poter sui propri figli in quanto era prevista la “sacra patria potestà”.
Oggi ci sono numerosi elementi che possono portare a compiere un gesto così atroce ed
ingiustificabile, andremo ad analizzare gli aspetti psicologici, giuridici ed epidemiologici del
fenomeno per meglio comprenderne l’evoluzione e le cause.
Cristina Virduzzo
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito Web. Questa categoria include solo i cookie che garantiscono funzionalità di base e caratteristiche di sicurezza del sito Web. Questi cookie non memorizzano alcuna informazione personale.
Qualsiasi cookie che potrebbe non essere particolarmente necessario per il funzionamento del sito Web e viene utilizzato specificamente per raccogliere dati personali dell'utente tramite analisi, pubblicità, altri contenuti incorporati sono definiti come cookie non necessari. È obbligatorio ottenere il consenso dell'utente prima di eseguire questi cookie sul tuo sito Web.