Esclusione sociale e lavorativa: un passo verso l’autonomia

Esclusione sociale e lavorativa: un passo verso l’autonomia

Orientamento ed inclusione sociale e lavorativa: un passo verso
l’autonomia

Quando ci sono dei disturbi della mente, si è ancora convinti che non c’è nulla da fare, che siano
incurabili, e invece si può fare tantissimo; si può migliorare la propria qualità della vita, avere
delle relazioni, un lavoro, un progetto su cui fondare la propria esistenza.
Le persone con disabilità psichica sono le più lontane dal mondo del lavoro, a causa di numerosi
pregiudizi sulle loro prestazioni, ed è da questo dato di fatto, ormai comune nella società in cui
viviamo, che si tende a porre particolare attenzione all’inserimento lavorativo di soggetti aventi
una patologia psichiatrica.
Il lavoro è ancora oggi, per i disabili psichici, un’aspettativa disattesa e per loro il tasso di
disoccupazione è ancora molto elevato.
Le conoscenze ed esperienze sviluppate in questi anni hanno portato a maturare la consapevolezza
che questo è un obiettivo realisticamente perseguibile laddove si attivano metodologie e strumenti
che riescono a leggere, interpretare e affrontare il problema nella sua complessità.
Per il soggetto disabile, la voglia di stare con gli altri, la voglia di combattere l’esclusione e,
successivamente, la mancanza di fiducia in sé stessi, la paura di essere rifiutati e poi avere la
possibilità di ritrovarsi, sono tutti elementi utili a costruire la propria identità attraverso il lavoro.
Il lavoro diviene così strumento di emancipazione, motore e stimolo per trovare il coraggio di
ricominciare.

Cristina Virduzzo

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